lunedì 21 novembre 2011

Andrii Popa, cel Voinic


Andrii Popa l'aveva sentita e notata la prima volta Wacyl a una serata karaoke a Grozăvești. L'aveva scaricata, e poi si era anche comprato il disco, Mugur de Fluier. Qualche sera in casa, con la chitarra, avevamo anche provato a cantarla io e Oriol. Ci piaceva lo stile molto folk-rock anni '70, e sembrava che fossero un gruppo storico, così quando abbiamo letto che avrebbero suonato al Silver Church a Bucarest, abbiamo deciso di andare. Per lo status di leggenda, il livello musicale del disco e la storia personale della band, però, ci saremmo aspettati ben altro. Poca personalità sul palco, a parte il chitarrista/fondatore Nicu Covaci e il batterista Ovidiu Lipan, detto Ţăndărică. E del folk-rock che ci aspettavamo erano rimaste solo tracce, soffocate da un banale heavy metal. Per giunta, per grande disappunto di Wacyl, non hanno suonato Andrii Popa.

I Phoenix, però, hanno una storia davvero interessante. Fondati nel 1962 a Timișoara con il nome di Sfinții ("Santi") e dediti a cover di Beatles, Stones e Who, tre anni dopo furono costretti dalle autorità comuniste a cambiare il nome, che portava troppe eco religiose. Gli anni '70 sono il periodo più interessante della storia della band: nel 1970 uno dei membri fondatori, Florin Bordeianu, riuscì a emigrare negli Stati Uniti e, nel suo ultimo concerto, si profuse in un'invettiva contro il regime comunista. Dopo quel concerto il gruppo, colpito dalla censura, rimase inattivo per diversi mesi. Sempre su pressione della censura, al loro ritorno, i Phoenix decisero di cambiare genere e lasciar perdere le influenze occidentali, scomode per il regime, ispirandosi in maniera più marcata al folk e alla musica tradizionale. Il loro disco del 1972 è il secondo LP mai registarto in Romania da parte di una band romena. Le velate critiche al regime comunista continuarono ad attirare gli strali della Securitate sul gruppo e nel 1976 Covaci si sposò con un'olandese e lasciò il paese. Tornerà l'anno seguente, per portare aiuti a Bucarest colpita da un grande terremoto. Dopo due concerti storici, a sorpresa, Covaci lascerà di nuovo il paese, riuscendo a far attraversare il confine ai suoi compagni di band nascosti in degli amplificatori.

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